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I canali del digitale terrestre sono ancora senza numeri

di Gianni Rusconi

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31 marzo 2010
I canali del digitale terrestre sono ancora senza numeri

Milioni di italiani non ne conoscono neppure l'esistenza, per molti altri è solo una sigla, una delle tante che caratterizzano la nuova era della televisione. Lcn, acronimo che sta Logical Channel Numbers, è invece importante perché tutti coloro che si armano di telecomando davanti alla Tv vi hanno a che fare, quotidianamente. Tale sigla stabilisce infatti il nuovo ordinamento automatico su scala nazionale dei canali assegnati alla varie emittenti televisive che trasmettono in chiaro o a pagamento, in modalità analogica (nelle regioni dove ancora non si è completato lo switch off) o su piattaforma digitale. Per mettere a fuoco di cosa stiamo parlando basta pensare all'operazione necessaria per sintonizzare i canali sul nuovo televisore o tramite l'apposito decoder: si preme un pulsante e in automatico, in pochi minuti, viene generata la numerazione che andremo a utilizzare migliaia e migliaia di volte con il telecomando. Stessa operazione per gli utenti di Internet Tv come Alice di Telecom Italia o Fastweb, dal cui decoder si possono vedere i canali in chiaro del digitale terrestre anche su un televisore privo di ricevitore Dt integrato.

La questione Lcn ha alimentato in questi mesi parecchie polemiche, con le piccole emittenti nazionali e quelle locali sul piede di guerra perché danneggiate, a loro dire, dal sistema di posizionamento dei canali fin qui adottato. Da tempo si aspetta in tal senso la delibera definitiva dell'Agcom (l'Autorità garante per le comunicazioni) ma ad oggi il piano che andrà a regolamentare le modalità di attribuzione dei numeri dei canali ai vari fornitori di servizi media audiovisivi non c'è ancora. Neppure il recepimento in Italia (con apposito decreto legislativo pubblicato in Gazzetta Ufficiale) della direttiva Ue del 2007 sui servizi media audiovisivi, avvenuto in questi giorni, ha sbloccato la situazione. Ciò che è certo è che l'attribuzione dei canali spetta al ministero dello Sviluppo Economico e che ai nuovi operatori entranti dovrà essere riservata una serie di numeri per ciascun genere televisivo. La proposta a suo tempo avanzata dalla DGTVi è stata invece bollata dalla stessa Autority come "accordo pattizio" che non garantisce la piena concorrenza nel mercato. Quella presentata dall'Adiconsum, che chiedeva di trasferire la vecchia classificazione dalla tv analogica a quella digitale, non incontra sicuramente i favori delle piccole emittenti. Che un piano preciso di come affrontare la questione tra l'altro ce l'hanno e lo si può evincere dal sito che fa capo al Coordinamento Nazionale Televisioni - Terzo Polo Digitale.

L'attuale numerazione
La querelle, insomma, rimane di fatto aperta nonostante lo scorso novembre, in occasione del passaggio definitivo al digitale terrestre di Roma, fosse stata varata una nuova numerazione nazionale dei canali, la cosiddetta lista Lcn appunto, frutto dell'accordo fra istituzioni, operatori nazionali ed emittenti locali. Stando a quell'elenco, che attende l'approvazione ufficiale dell'Agcom, le prime nove posizioni sono oggi assegnate nell'ordine ai canali di Rai, Mediaset, Telecom Italia (La7 e Mtv) e Rete A. Dal numero 10 al numero 19 lo spazio è riservato alle Tv locali, la cui numerazione viene decisa in ambito regionale, mentre dal canale 20 al 299 prendono posto i canali tematici in chiaro (come Boing, Rai4, Sport Italia o la neonata La7d). A completare il quadro i canali pay (dal canale 300 al 499), quelli in alta definizione (dal 500 in avanti) e quelli radiofonici (a partire dall'800). Sulla carta è un quadro regolatorio strutturato, che alcuni emittenti hanno già concretamente adottato attivato i nuovi codici Lcn. In realtà la confusione regna ancora sovrana per due motivi fra loro complementari. Il primo: la posizione occupata dai canali locali può essere diversa da regione a regione e inficiare sulla numerazione dei primi sette canali nazionali. Il secondo, in alcune zone è possibile che si crei un conflitto fra due o più canali diversi, anche per le "forzature" operate da alcune emittenti per scalare la lista Lcn verso le posizioni privilegiate.

I (possibili) problemi con il digitale terrestre
Quasi tutti i modelli di decoder digitale terrestre sono dotati della funzione automatica di sintonizzazione dei canali e nella maggior parte dei casi l'installazione si completa senza intoppi e attraverso poche e semplici operazioni alla portata di tutti gli utenti. Pare invece provato che migliaia di italiani siano incappati in problemi di vario tipo, tra cui uno molto ricorrente è quello del conflitti tra i vari canali, ovvero tra i numeri attribuiti di default alle varie reti nazionali e locali. Per ovviare a tale anomalia basta procedere con la sintonizzazione manuale e decidere in completa autonomia come ordinare i canali in conflitto. Cambiare la configurazione generata in automatico è quindi abbastanza semplice, per quanto la funzione utile allo scopo si chiami in modo diverso ("cambio programma", "gestione canali" o "sposta programma" per esempio) e dipende dalla marca del decoder o del televisore, ma non per tutti. Moltissimi utenti, per lo più over 65, che con la tecnologia non hanno un rapporto particolarmente amichevole possono avere delle oggettive e comprensibili difficoltà e correre il rischio di non vedere vari programmi. Il problema sta quindi a monte, al fatto che non esiste ancora un Lcn definitivo e omologato per tutto il Paese. Il rischio di perdersi per molti fra decine e decine di emittenti esiste ed è tangibile, a maggior ragione con il previsto aumento di canali gratuiti trasmessi sul digitale terrestre.

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31 marzo 2010
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